Usare i social? È un’arte. Ma anche il metaverso. I temi dell’incontro alla Poliarte di Ancona con l’AD Communications e tanti ospiti

Usare i social? È un’arte. Ma anche il metaverso. I temi dell’incontro alla Poliarte di Ancona con l’AD Communications e tanti ospiti

di Stefano Fabrizi

Usare i social? È un’arte. Questo il tema che si è dibattuto nella sede della Poliarte di Ancona (il 26 maggio 2022)  in un incontro che ha visto docenti, giornalisti, esperti della comunicazione e inventori di star up confrontarsi davanti agli studenti dell’Accademia diretta da Giordano Pierlorenzi.

Enrico Guerrini, (), Piera Pastore, Cristina Mignini, Giordano Pierlorenzi, Deborah Annolino, Stefano Fabrizi, Alessandro e Matteo
Enrico Guerrini, (), Piera Pastore, Cristina Mignini, Giordano Pierlorenzi, Deborah Annolino, Stefano Fabrizi, Alessandro e Matteo

I social, ma non solo

L’argomento è vasto: si sa da dove si inizia (e non sempre) e non si sa mai (sempre) dove si va a finire. Ci hanno provato i docenti della Poliarte Enrico Guerrini e Gabriella Santini, la psicologa (presidente di categoria per le Marche) Katia Marilungo, Alessandro e Matteo, le tre giornaliste della AD Communications Deborah Annolino, Piera Pastore e Cristina Mignini. Presenti anche sia in streaming che in sala Matteo Malatini (Istituto Europeo Psicologia Ergonomia), Andrea Straccialini, Irene Fazio. Ha partecipato anche Stefano Fabrizi, in rappresentanza dell’Ordine dei Giornalisti delle Marche, e direttore responsabile della testata giornalistica online Marcheinfinite.com.

Al centro dell’attenzione sicuramente l’universo del metaverso. Credo che si a questo punto fare una digressione e spiegare ai più cosa è il metaverso. Ne vale la pena: è il nostro futuro.

Il metaverso

Metaverso è un termine nato negli anni ’90, ma oggi è tornato alla ribalta con le ultime evoluzioni di internet. Ma cosa significa esattamente? Cos’è e come funziona il metaverso? 

Iniziamo col dire che il termine non è nato oggi, ma negli anni ’90: metaverse è un termine coniato all’interno della letteratura cyberpunk, e compare nel libro Snow Crash di Neal Stephenson. All’epoca il termine era sovrapponibile al moderno concetto di realtà virtuale, e indicava fondamentalmente la possibilità di comparire in mondo tridimensionale in mondi virtuali tramite il web.

Cosa è – Il concetto di metaverso oggi è leggermente cambiato, e include funzionalità che negli anni ’90 non erano state sviluppate né immaginate. il metaverso non è più solo un mondo virtuale, ma un mondo virtuale strettamente interconnesso con la realtà e nel quale è possibile interagire con altre persone.

Si parla di metaverso soprattutto da quando il fondatore di Facebook, Mark Zuckerberg, ha modificato il nome della sua azienda in Meta: l’intento è quello di permettere agli utenti di vivere la piattaforma anziché limitarsi a fruirla, ma non è ancora chiaro in che modo tutto questo verrà sviluppato.

Quello che è certo è che le applicazioni del Metaverso, ad oggi, sono già moltissime, e tante aziende stanno sviluppando progetti che ne amplino ulteriormente le funzionalità.

Come funziona – Per capire come funziona occorre immaginare di poter seguire, per esempio, una conferenza, anziché su Zoom, in una aula virtuale in cui il tuo avatar interagisce con quelli degli altri partecipanti al convegno con le stesse sensazioni di essere “live”.

Gli ambiti – Questo stesso concetto naturalmente è applicabile anche ad altri ambiti: riunioni di lavoro, giochi, visite di musei o appartamenti, visione di spettacoli o concerti, ma anche acquisti in rete, ad esempio. Uno dei settori più in espansione quando si parla di metaverso, infatti, è quello delle criptovalute: con un portafoglio virtuale crittografico – il crypto wallet – è possibile infatti acquistare moneta virtuale e spenderla in rete, proprio come se lo si stesse facendo dal vivo. Per fare questo ci si può munire di visori ottici e tute speciali.

Come entrare – Entrare nel metaverso è già possibile: per farlo è sufficiente una connessione internet e un account su una delle piattaforme nate per creare una realtà aumentata.

I 50 anni della Poliarte e il direttore Pierlorenzi

Ma ritorniamo al convegno organizzato dal vulcanico direttore Giordano Pierlorenzi: “Il digitale – ha detto nel suo intervento – ha molto da offrire e la sfida è mantenere il dialogo umano attraverso mezzi e mondi sempre più sofisticati e affascinanti come il metaverso”. Inoltre, Pierlorenzi ha ricordato che quest’anno l’Accademia di Belle Arti e Design – Poliarte compie 50 anni e nell’enunciare i traguardi conseguiti, ha snocciolato una serie di prossime tappe.

La tabella di Giordano Pierlorenzi sul metaverso
La tabella di Giordano Pierlorenzi sul metaverso

La start up di Alessandro e Matteo

Alessandro e Matteo hanno presentato la loro start up per entrare con il metaverso del mondo dell’arte. Una interessante disquisizione sulle enormi potenzialità di sviluppo.

La tabella presentata da Deborah Annolino
La tabella presentata da Deborah Annolino

AD Communications e le Vitamine Social

Ha catturato l’attenzione dei presenti gli interventi delle tre giornaliste della AD Communications, che ha sede a Bologna, invitate per parlare del loro format Vitamine Social. “Da giornaliste – hanno detto – e comunicatrici abbiamo portato la nostra esperienza nell’ambito della comunicazione digitale ponendo l’accento sul ruolo del giornalismo costruttivo nella pianificazione dell’architettura digitale del brand o del personal branding. Immancabile ricordare che i social sono stati il connettore che ci ha portato fino al talk di oggi, strumenti da conoscere ma anche da vivere con creatività e sincerità affinché si instaurino relazioni e rapporti autentici”.

Deborah Annolino, Cristina Mignini e Piera Pastore

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