Linda Valori sul palco dell’Hortus di Cingoli racconta la sua nuova avventura musicale / INTERVISTA, VIDEO E FOTO

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di Stefano Fabrizi

Aria, poco meno di due anni, ciuccio in bocca, osserva e ascolta. Non perde una nota. E alla fine anche lei applaude Linda Valori sul palco dell’Hortus di Cingoli per il concerto nell’ambito della rassegna San Severino Blues. La bambina è la figlia del sindaco Michele Vittori: “Voglio educarla alla bella musica”, mi dice, mentre mi fa notare la facciata della biblioteca comunale, dove ha trovato spazio anche la pinacoteca, completamente restaurata. Un bel lavoro di recupero. Intanto l’assessore Martina Coppari da una mano ai volontari, Pro Loco in testa, per sistemare il pubblico: le restrizioni anti covid non danno respiro, fortuna il venticello che si è levato giusto giusto per l’inizio del concerto della Valori, dopo una giornata da Lucifero anche sul Balcone delle Marche.


Linda, ringrazia questo improvviso e inaspettato refrigerio, scherza sul suo sovrappeso e spiega questo nuovo progetto che la vede sul palco con una bad di musicisti marchigiani e abruzzesi: Samuele Garofoli (tromba), Gianluca Esposito (sax), Emanuele Evangelista (tastiere ed elettronica), Ivano Sabatini (basso) e Dante Melena (batteria).


Interprete tra le migliori del panorama europeo, ed oltre, ha proposto una scaletta di brani dove la sua voce soul-blues si fonde con ritmi jazz. Da pelle d’oca alcuni brani tratti dalla tradizione africana: “Eyala” del cantante e bassista Richard Bona, definito lo“Sting africano” alla struggente e suggestiva “As-Agua” di Lura, cantante portoghese di origine capoverdiana, fino ad un grande classico come “At Last” di Etta James. Una piccola notazione: anche nel concerto di Branduardi viene inserita un brano africano: Kyrie della Missa Luba, composta negli anni ‘50 dal padre francescano Guido Haazen in Congo. Una riscoperta della cultura “nera”.  E qua la memoria vola fino a Manu Dibango, ma questa è un’altra storia. Di grande intensità anche Hallelujah. A me è piaciuta particolarmente Io ti porto sulla Luna, brano in italiano. Una canzone, come mi ha  raccontato, nata durante la pandemia. Si parla di sentimenti e dell’importanza di avere una persona che ti voglia bene e che sia disposta a darti la Luna.


Ancora una volta Mauro Binci, ideatore e patron della rassegna che quest’anno festeggia i 30 anni, ha centrato l’obiettivo: solo il meglio del repertorio blues e soul internazionale. Bravo!